giovedì 19 agosto 2010

Itaca

Il Tiki si chiamerà Itaca.

Niente nomi di divinità polinesiane o di astri brillanti, nessun Corto Maltese o luoghi lontani e misteriosi, nessuna Perla di Labuan, nessun pennuto tropicale né strane bestie mitologiche.

Itaca; perché la costruzione di una barca è una meta a cui si arriva dopo aver viaggiato a lungo, soprattutto dentro sé stessi, e una volta raggiunta dà modo di ripartire.

Ho trovato la mia definizione personale di Itaca.

Se poi vogliamo aggiungere che per lo più siamo fatti d’acqua e che quindi è possibile (e necessario) navigare dentro di sé e in chi ci sta attorno, allora la barca diventa qualcosa di più di un semplice mezzo per attraversare un tratto di mare e Itaca non è solo una meta.



Di sicuro bisognerà dipingere sulle prue un bel paio d'occhi per tener lontane sgradite presenze...


Parlando di cose più serie, prosegue il montaggio della coperta; la prua è già al suo posto e la poppa lo sarà presto. Le fiancate per l’appoggio della tuga sono tagliate e resinate, fori degli oblò compresi.



Le coperte di prua e poppa vengono “appoggiate” sulle fiancate dello scafo, seguendone la curvatura trasversale (per evitare all’acqua di fermarsi e per fornire una maggior resistenza grazie all’effetto arco). Sono rinforzate con tre listelli sul lato interno e uno su quello esterno. L’incollaggio viene eseguito con cordonature lungo tutto il perimetro esterno e sui lati interni (quelli accessibili!).



La tuga segue lo stesso principio della poppa e della prua, appoggiandosi però a due rialzi sulle fiancate dello scafo e rinforzata sempre con tre listelli sul lato interno.


Ora che lo vedo montato mi viene in mente che la tuga così squadrata è un po’ troppo militaresca, sembra un carro armato! Un minimo di curvatura alla tuga in senso trasversale e longitudinale avrebbe dato al tutto un aspetto più piacevole; ma avrebbe richiesto un bel po’ di modifiche al progetto… da tenere a mente per la prossima barca =)

L'indirizzo del blog è http://golettabianca.blogspot.com