mercoledì 16 aprile 2014

Ciao ITACA!

E' passato quasi un anno dall'ultimo aggiornamento.
E' passato tanto tempo perché non sentivo il bisogno di scrivere sul blog.
Ora qualcosa è cambiato e voglio raccontare un po' come sono andate le cose.
A ottobre 2013 ho venduto Itaca e ho intrapreso altri progetti.

bella scia, no?

La motivazione dietro alla costruzione del tiki era la costruzione fine a sé stessa, non il possesso di un catamarano. Fin dall'inizio, dal taglio del primo compensato l'idea era di tenerlo un paio di stagioni e poi venderlo.


Proprio mentre mi organizzo per la vendita, l'ormeggiatore mi contatta dicendomi che non può tenere la barca anche l'anno prossimo. Una società rileverà la sua concessione, i pontili diventeranno un marina attrezzato; campi da golf e hotel di lusso al seguito.

Naufraghi a Cala Corsara


Peccato. Per Porto Pozzo, non per il tiki. Speriamo che faccia davvero bene all'economia locale. (?)




Vengo contattato da un appassionato, una persona che già in passato ha posseduto un tiki e vorrebbe nuovamente provare il gusto di navigare su quel fantastico catamarano. Non chiedo di meglio.

insieme al Re

A ottobre torniamo in sardegna, un ultimo saluto a Cala Corsara in notturna e poi smontiamo tutto. Impacchettiamo per benino e carichiamo sul camion. Destinazione: continente.

ottobre? spiagge deserte e acqua piacevolmente fresca, ma non ditelo in giro!

Siamo liberi ora, non più la paura che una maestralata sdradichi i tambucci, solo sonni tranquilli.

in tenda, con gli amici

Porto Pollo al tramonto, dormiamo sotto le stelle a porto Liscia e il giorno dopo siamo a Rena Majore, Capo Testa e Cala Francese. 
Un porcetto a metà viaggio.

il Re si gode il meritato riposo...

E ora? E ora pensiamo a qualcos'altro!
Per ora un po' di riposo...

ciao ITACA!


martedì 28 maggio 2013

il punto di vista della fornaia


E la fornaia disse:
“Qui abbiamo solo scogli, mare e vento”

Quando il maestrale spazza le bocche non è prudente spingere il tiki fuori dal suo ormeggio.
Ce ne stiamo a metà strada, né a terra né in mare. la prima notte siamo a bordo, ma saldamente ormeggiati alla banchina.

Le raffiche sventagliano la tenda in pozzetto nella notte, ma all’interno dello scafo, nel calduccio del sacco a pelo, io e il capitano ci addormentiamo con il sonno dei bambini. fuori la maestralata.
Al mattino il resto della ciurma non sembra aver passato una notte altrettanto tranquilla in tenda. ma il sole è così splendente, il paesaggio così ampio e nitido che alla notte passata non ci si pensa più.


Zaino & pinne in spalla, andiamo all’esplorazione di Caprera. La macchia in fiore è meravigliosa. Profumo, colore e vento ci avvolgono mentre camminiamo. Cisti e finocchio, lavanda e mirto. Passeggiamo in un giardino profumato mentre un gruppo di mufloni silenziosi ci controlla da lontano.


Arriviamo a cala Coticcio e ci spolpiamo il pollastro della rosticceria, le melanzane ripiene, le polpettine… compiamo riti pagani di ringraziamento al mare e al granito, tuffandoci nel blu e scalando la scogliera, ma non riusciamo a ingraziarci il vento. Raffiche prepotenti scendono dal Teialone polverizzando l’acqua, tuttavia l’animo dell’equipaggio è sereno e scatta il pisolino della soddisfazione.


Non si può dormire qui, troppo vento. In marcia verso cala Brigantina allora. Arrivati al fortino, il maestrale è così forte da scuotere la macchina con noi dentro, ma la caletta è la sotto e dovrebbe essere ben riparata.
Il posto è ideale e, come una tribù di indiani, ci prepariamo alla notte. Chi fa legna, chi prepara la tenda, chi l’aperitivo, chi sbevazza vino.


Al tramonto siamo attorno alla cena e la caletta è immobile; le raffiche ci scavalcano silenziose pettinando il mare senza far chiasso.
Quattro indiani si infilano in tenda a ronfare della grossa. Durante la notte cinghiali topi e serpenti hanno stretto d’assedio l’accampamento fiutando i resti del banchetto, ma le russate colossali li hanno tenuti a distanza.
il giorno dopo il vento soffia ancora deciso, è un buon giorno per surfare. a porto pollo dunque, a planare a più non posso e provare questa strambata che non vuole proprio entrare.


son tre giorni che il maestrale carica il mare, andiamo a vedere lo spettacolo delle onde immense sbattere contro il granito a capo testa...baaaaam!!!! schiuma, spruzzi e graniti modellati in tutte le forme.

la fornaia ha ragione: qui c'è solo mare, vento e scogli.

Immagini gentilmente messe a disposizione dalla ciurma

lunedì 4 marzo 2013

Denti di cane e chiacchiere di banchina

Un anno e mezzo a mollo e le cozze crescono, si moltiplicano. Un anno e mezzo nell’azzurro delle calette e i denti di cane hanno creato un’intera colonia sulla carena di Itaca.
è tempo di far pulizia. Un’occhiata alle previsioni del tempo per il we e si parte. La coda di una perturbazione sta lasciando la sardegna, ma per la mattinata di sabato dovrebbe esserci il sole. il programma è serratissimo, come sempre.
Sabato mattina tirare la barca fuori dall’acqua e pulirla, dare l’antivegetativa e il giorno dopo rimetterla a mollo. Pim pum pam, tutto fatto, tutto a posto.
seeeeeeeeeeee, magari!
All’alba di sabato il traghetto dovrebbe arrivare a Golfo Aranci, ma il grecale è forte e ci fanno attraccare a Olbia. Cielo grigio e minaccioso. Mmmmm forse la perturbazione era un po’ più cattiva del previsto…
All’ormeggio del tiki, aperto a Nord, il vento e il mare entrano a bomba. Non ho portato con me il surf (sono un idiota) ma vabbè, sono qui per lavorare sulla barca, surferò un’altra volta.
L’ormeggiatore si rifiuta ovviamente di tirarmi la barca fuori dall’acqua. c’è troppo vento dice. forse nel pomeriggio.
tiki scodellato a terra con carena bella incrostata
Ha ragione lui, così mi tuffo in acqua e inizio a scrostare un po’ di cozzame vario. Per lo più viene via che è una meraviglia, i colpi di raschietto si portano via palate di cozze e denti di cane. C’è vita su Itaca. Abbondante. Non so se è essere contento o meno che i molluschi trovino ospitale la mia carena. Le altre barche non sembrano essere così magnanime nell’offrire asilo agli animaletti…
le "impronte" dei denti di cane
Il cielo si va schiarendo, ma il vento è ancora forte. Come granchi i proprietari delle barche ormeggiate si muovono su i pontili. Vengono a dare un occhio alle loro pupille, sanno che il grecale entra bene e le fa soffrire. e così conosco un po’ della fauna locale. Una coppia di inglesi sulla settantina ha deciso di stabilirsi in terra sarda, con il loro 32 piedi e un laser per divertirsi quando c’è poco vento.
Un arzillo toscano ultrasettantenne e mezzo sordo ha occhi solo per il suo gozzo e mentre mi racconta le sue avventure marinaresche produce delle allegre flatulenze come se nulla fosse. Ha perso il controllo delle sue chiappe o pensa che sia sordo anch’io?
Evito di entrare in competizione e mi sposto lasciandolo nei suoi odori.
Il grosso del lavoro è fatto, ma del gruista nemmeno l’ombra. Inizio a fare un po’ di lavoretti sulla barca. Passano le 12.00, le 14.00, le 16.00. Mi sto innervosendo. Forse che mi conveniva portare la tavola da surf e fregarmene delle cozze?
Finalmente compare all'orizzonte il mio uomo.
“uè compare c’è troppo vento, ma proviamo!” evvai! monta sulla gru, piccolo e cicciottello e gira la chiave. Niente, batteria scarica.
Scompare nei cespugli parlottando tra sé come un cinghialotto nella macchia e torna con una batteria di riserva in mano, diolobenedica.
Stavolta ci siamo. Barca agguantata e depositata a terra dolcemente.
Adesso, all’alba delle 17.00 inizia il lavoro vero e proprio.
Il dente di cane è una creatura subdola e tenace, anche quando lo stacchi via dalla carena lascia impresso il suo “stemma” calcareo e coriaceo che lo levi solo a mazzate… e così dente dopo dente la carena è pulita. è quasi mezzanotte e sta iniziando ad essere freschino e umido. impossibile lavorare ancora, finirò domani.
al mattino è tutto zuppo
l’indomani all’alba è tutto zuppo e gocciolante. mentre aspetto che il sole asciughi la rugiada, tolgo le ultime incrostazioni che mi ero perso la sera prima.
Scartavetratina di cortesia e la carena è pronta per essere verniciata.
avanzamento lavori
Alla fine tutto il lavoro è solo di preparazione, in meno di un’ora passo la vernice e contemplo il lavoro. Splende il sole sulla barchetta e un venticello fresco contribuirà ad asciugarla in fretta.
Dopo essermi meritato un maialissimo panino del carpentiere con porchetta stratificata e un’ichnusa ghiacciata al bar del paese assieme alla coppia di inglesi, me ne vado a Capo Testa.
et voilà!! come nuova!
Pinne zavorra muta e un’orologio subacqueo da provare. Non chiedo altro.
A ovest del faro scendo a cala francese, sono solo e c’è un bel sole caldo. Cambio d’abito e via in acqua. C’è un bel girare di pesci tra gli scogli e le forme dei graniti sono impressionanti e spaventose.
un urlo pietrificato
Sonnellino del carpentiere.
Torno alla mia barchetta e trovo il mio uomo che gironzola ansioso lì intorno.
“uè compare, sbrighiamoci che devo andare a santa teresa. mi hanno invitato a mangiare i ricci!”
E sbrighiamoci allora. Imbraghiamo la barca e la riponiamo dolcemente in acqua. Mi emoziono ogni volta nel vederla galleggiare.
una foresta di granito attorno alla caletta
La riporto al suo posto ed è lì che conosco il proprietario di “burrasca” un vecchio gozzo lasciato un po’ andare. Lui sta sgottando mentre i figli giocano ai pirati in coperta. Mi guarda e dice la parola magica: “wharram?” Sorrido e lui ricambia, ci siamo capiti.
Mi racconta che “burraschino” era la sua automobile. Abitava a Spargi un tempo. Lui, burraschino e un cane. A Cala Ferrigno. Dice che è stato uno dei periodi belli della sua vita. COME DARGLI TORTO?
Ora ha tre figli splendidi (dice) e una moglie (non dice niente), rimpiange un po’ i tempi di Spargi, ma sembra ugualmente felice. Ha un volto che trasmette serenità.
Lo saluto e spero di rivederlo la prossima volta. Il traghetto parte tra poco!

martedì 11 settembre 2012

10 giorni in solitario

A luglio capita di passare 10 giorni in solitario sul Tiki e di pensare in grande, di voler allargare i perimetri di navigazione. Sarebbe bello arrivare cala Goloritzé, la guglia come boa e tornare a Maddalena.

Si parte e le miglia da percorrere non sono poche. Con un'occhiata al meteo e alla carta nautica punto verso Mortorio visto che è già pomeriggio inoltrato.
Passo tra Capo Ferro e l'isola delle Bisce, tra li Nibani e le Rocche. Poco prima del tramonto arrivo a Mortorio e do ancora.

a Mortorio

Con il calar del sole il vento gira ancora e inizia a entrare onda. Scomodo, scomodissimo, infernale!
E' una bella notte estiva con un maestrale morbido, così, con la vista di capo Figari all'orizzonte salpo l'ancora e faccio rotta verso sud.
Meraviglie della navigazione notturna col vento in poppa. Solo genoa e la culla delle onde.
Doppiato il capo l'acqua si fa piatta, mi addentro nel golfo e do ancora dove capita. Domattina capirò dove sono.

verso Golfo Aranci

Sosta al paesino di Golfo Aranci per completare la cambusa e poi continuo verso sud.
Le giornate sono splendide e il termico mi spinge dolcemente. Un'occhiata alle previsioni ai prossimi giorni però mi dà da pensare. Dalle alpi, dai balcani sta arrivando una fredda ondata di tramontana, fredda e intensa, che si spingerà fino al sud, a Villasimius; tutta parallela alla costa orientale.

Il tiki non è certo una macchina da bolina, soprattutto in solitario. Non sarebbe prudente, né piacevole. Sarà la Tavolara la mia boa e tornerò nell'arcipelago, lì potrò gestire qualsiasi colpo di vento, mentre il golfo di Orosei non lo conosco ed è poco ridossato.

Punto verso quella montagna in mezzo al Tirreno che è la Tavolara... un panettone di calcare sopra un basamento di granito.

la  Tavolara

Ancoraggio a punta Spalmatore e giornata di bagni e escursioni sull'isola. 

Il giorno seguente parto di buon mattino con destinazione arcipelago, nel pomeriggio doppio Capo Ferro e mi attacco a uno dei gavitelli di Porto Palma per la notte.

cormorani in azione all'isola del Porco

Un paio di giorni meravigliosi nell'arcipelago, navigando tra Maddalena, Spargi e Caprera, fino a che mi vado a riparare a Porto Pollo in attesa del forte vento di tramontana che sta per arrivare, sperando anche di fare qualche bella surfata!

Itaca a Cala Gavetta

il turchese a Spargi

la testa della Strega a Cala Corsara


a Porto Pollo aspettando il ventone

Alla fine il cattivo tempo arriva, con forti raffiche, pioggia e aria fresca. L'ancoraggio non è sicuro, così mi sposta ancora più nell'interno dell'insenatura di Porto Pollo, protetto da qualsiasi vento.

Non potendo navigare noleggio il surf per un paio d'ore. 90 litri e 4.0 mq, pura adrenalina tornare al lasco verso la spiaggia. Ma non è solo il vento, sta arrivando un muro d'acqua, Spargi non si vede più all'orizzonte. Aspetto che passi, non si può far altro. Troppo forte ora!


Porto Pollo in versione Tramontana

si soffre persino al gavitello!


Passato il maltempo rientra in pieno l'estate, sono tentato di arrivare a Lavezzi, ma in solitaria non me la sento e ripiego su Budelli: Porto Madonna, la spiaggia del Cavaliere, la Spiaggia rosa...

Itaca alla spiaggia del Cavaliere

spiaggia rosa

La navigazione più bella sarà tornare da porto Madonna a Mezzo Schifo con un bordo unico, al tramonto, a riva randa ridotta e fiocco, acqua piatta protetto da Budelli e Spargi.



mercoledì 30 maggio 2012

Un fine settimana in Sardegna / 4 di... tanti!

Maggio in sardegna.
La primavera è arrivata nell'arcipelago, sulle spiagge fioriscono i fichi degli ottentotti e le giornate sono lunghe, ma arrivano ancora colpi di coda dell'inverno, con temperature sotto la media e piovaschi qua e là a disturbare i naviganti delle bocche di Bonifacio!

Siamo in quattro questa volta e il soggiorno sarà un po' più lungo di un fine settimana, da giovedì a domenica.
l'azzurro di cala Coticcio

Il tiki è al suo posto, tambucci compresi. Ne prendiamo possesso giovedì sera e diamo ancora nella baia. Non mi va di stare al pontile per la notte; è previsto un salto di vento da ponente a levante e finiremmo per essere sbattuti contro il pontile durante la notte. Molto meglio galleggiare in tranquillità in mezzo alla baia.

la caletta è tutta per noi

Al nostro risveglio soffia un bel levante sopra i 15 nodi in un cielo nuvoloso; le ochette incominciano a formarsi intorno a noi. L'equipaggio è completamente digiuno di navigazione a vela, per cui gli risparmio una fredda e lunga bolina per una veloce smotorata fino a punta rossa, Caprera.

relax in spiaggia

Issiamo randa piena e fiocco tra Pecora e Caprera e facciamo rotta per cala Coticcio con vento praticamente al traverso. Piacevole sorpresa scoprire come fuori stagione vengano rimosse le boe che impediscono l'accesso alle baie. L'azzurro della caletta è pieno e perfetto. Nessuna altra barca oltre noi. 

cala Napoletana

Posti come questo, seppur deserti e selvaggi, regalano un senso di appagamento particolare, è come se andassero ad alimentare un desiderio segreto e sconosciuto di bellezza. Come mai alcuni paesaggi evochino queste sensazioni e altri siano muti è per me un mistero. Forse è la purezza dell'azzurro del mare, il rosso dei graniti o le forme modellate dal vento, forse è la fragranza della macchia o il pensiero di quante navi e uomini hanno incrociato quelle acque, ognuno con le proprie storie e turbamenti. So solo che accade raramente e per lo più in Mediterraneo piuttosto che altrove.

Spargi: cala Corsara

Itaca ormeggiata

Riprendiamo la navigazione al lasco e doppiamo la punta Nord di Caprera per arrivare a cala Napoletana, ben riparata dai venti di levante. Purtroppo non ne conserveremo un bel ricordo, zanzare insistenti, rifiuti portati dalle mareggiate e un cielo piuttosto grigio rovineranno un po' il nostro pernottamento.

nonostante il sole, il vento è fresco

Il giorno seguente saremmo dovuti andare a porto della Madonna, ma qualcuno non è al massimo della forma, così preferiamo tagliare il programma e facciamo vela su Spargi di modo da avere più tempo a disposizione per riposare.

il tafone è un angolo cottura ideale

 Cala Corsara: il tiki si posa nel seno di una delle calette. Scendo a dare ancora a terra e l'acqua mi arriva alle ginocchia. Anche qui, siamo soli! Il tempo scorre lieto in una delle più belle spiagge dell'arcipelago. Ci godiamo il sole, cerchiamo riparo dal vento nei tafoni e cuciniamo una gran frittata! Tra l'altro abbiamo fatto bene a puntare subito a Spargi; verso l'ora di pranzo il vento rinforza decisamente ed è oltre i 20 nodi a giudicare dalla schiuma che si forma sulle onde nel canale.

al riparo

Dovremmo passare la notte qui, ma le previsioni del tempo danno pioggia certa per la giornata seguente. Il che vorrebbe dire timonare a motore fino all'ancoraggio del tiki sotto la pioggia, mentre gli altri dovrebbero stare chiusi negli scafi oppure fuori a prender freddo. Un pessimo programma di giornata. Così disfiamo in fretta la tenda e tutto quanto avevamo preparato per la notte per salpare l'ancora e partire per l'ancoraggio al tramonto. Sarà comunque una navigazione a motore perché avremo il vento in faccia, ma l'intensità non è quella che c'era a mezzogiorno e non ci sarà pioggia.


Meno male che lo abbiamo fatto, abbiamo guadagnato tutta la giornata seguente, tempo per sistemare la barca con calma, e possiamo dormire tranquilli attraccati al pontile!

La pioggia arriva puntuale ed è un peccato salutare così il tiki. Spero di tornare durante l'estate!