martedì 11 settembre 2012

10 giorni in solitario

A luglio capita di passare 10 giorni in solitario sul Tiki e di pensare in grande, di voler allargare i perimetri di navigazione. Sarebbe bello arrivare cala Goloritzé, la guglia come boa e tornare a Maddalena.

Si parte e le miglia da percorrere non sono poche. Con un'occhiata al meteo e alla carta nautica punto verso Mortorio visto che è già pomeriggio inoltrato.
Passo tra Capo Ferro e l'isola delle Bisce, tra li Nibani e le Rocche. Poco prima del tramonto arrivo a Mortorio e do ancora.

a Mortorio

Con il calar del sole il vento gira ancora e inizia a entrare onda. Scomodo, scomodissimo, infernale!
E' una bella notte estiva con un maestrale morbido, così, con la vista di capo Figari all'orizzonte salpo l'ancora e faccio rotta verso sud.
Meraviglie della navigazione notturna col vento in poppa. Solo genoa e la culla delle onde.
Doppiato il capo l'acqua si fa piatta, mi addentro nel golfo e do ancora dove capita. Domattina capirò dove sono.

verso Golfo Aranci

Sosta al paesino di Golfo Aranci per completare la cambusa e poi continuo verso sud.
Le giornate sono splendide e il termico mi spinge dolcemente. Un'occhiata alle previsioni ai prossimi giorni però mi dà da pensare. Dalle alpi, dai balcani sta arrivando una fredda ondata di tramontana, fredda e intensa, che si spingerà fino al sud, a Villasimius; tutta parallela alla costa orientale.

Il tiki non è certo una macchina da bolina, soprattutto in solitario. Non sarebbe prudente, né piacevole. Sarà la Tavolara la mia boa e tornerò nell'arcipelago, lì potrò gestire qualsiasi colpo di vento, mentre il golfo di Orosei non lo conosco ed è poco ridossato.

Punto verso quella montagna in mezzo al Tirreno che è la Tavolara... un panettone di calcare sopra un basamento di granito.

la  Tavolara

Ancoraggio a punta Spalmatore e giornata di bagni e escursioni sull'isola. 

Il giorno seguente parto di buon mattino con destinazione arcipelago, nel pomeriggio doppio Capo Ferro e mi attacco a uno dei gavitelli di Porto Palma per la notte.

cormorani in azione all'isola del Porco

Un paio di giorni meravigliosi nell'arcipelago, navigando tra Maddalena, Spargi e Caprera, fino a che mi vado a riparare a Porto Pollo in attesa del forte vento di tramontana che sta per arrivare, sperando anche di fare qualche bella surfata!

Itaca a Cala Gavetta

il turchese a Spargi

la testa della Strega a Cala Corsara


a Porto Pollo aspettando il ventone

Alla fine il cattivo tempo arriva, con forti raffiche, pioggia e aria fresca. L'ancoraggio non è sicuro, così mi sposta ancora più nell'interno dell'insenatura di Porto Pollo, protetto da qualsiasi vento.

Non potendo navigare noleggio il surf per un paio d'ore. 90 litri e 4.0 mq, pura adrenalina tornare al lasco verso la spiaggia. Ma non è solo il vento, sta arrivando un muro d'acqua, Spargi non si vede più all'orizzonte. Aspetto che passi, non si può far altro. Troppo forte ora!


Porto Pollo in versione Tramontana

si soffre persino al gavitello!


Passato il maltempo rientra in pieno l'estate, sono tentato di arrivare a Lavezzi, ma in solitaria non me la sento e ripiego su Budelli: Porto Madonna, la spiaggia del Cavaliere, la Spiaggia rosa...

Itaca alla spiaggia del Cavaliere

spiaggia rosa

La navigazione più bella sarà tornare da porto Madonna a Mezzo Schifo con un bordo unico, al tramonto, a riva randa ridotta e fiocco, acqua piatta protetto da Budelli e Spargi.



mercoledì 30 maggio 2012

Un fine settimana in Sardegna / 4 di... tanti!

Maggio in sardegna.
La primavera è arrivata nell'arcipelago, sulle spiagge fioriscono i fichi degli ottentotti e le giornate sono lunghe, ma arrivano ancora colpi di coda dell'inverno, con temperature sotto la media e piovaschi qua e là a disturbare i naviganti delle bocche di Bonifacio!

Siamo in quattro questa volta e il soggiorno sarà un po' più lungo di un fine settimana, da giovedì a domenica.
l'azzurro di cala Coticcio

Il tiki è al suo posto, tambucci compresi. Ne prendiamo possesso giovedì sera e diamo ancora nella baia. Non mi va di stare al pontile per la notte; è previsto un salto di vento da ponente a levante e finiremmo per essere sbattuti contro il pontile durante la notte. Molto meglio galleggiare in tranquillità in mezzo alla baia.

la caletta è tutta per noi

Al nostro risveglio soffia un bel levante sopra i 15 nodi in un cielo nuvoloso; le ochette incominciano a formarsi intorno a noi. L'equipaggio è completamente digiuno di navigazione a vela, per cui gli risparmio una fredda e lunga bolina per una veloce smotorata fino a punta rossa, Caprera.

relax in spiaggia

Issiamo randa piena e fiocco tra Pecora e Caprera e facciamo rotta per cala Coticcio con vento praticamente al traverso. Piacevole sorpresa scoprire come fuori stagione vengano rimosse le boe che impediscono l'accesso alle baie. L'azzurro della caletta è pieno e perfetto. Nessuna altra barca oltre noi. 

cala Napoletana

Posti come questo, seppur deserti e selvaggi, regalano un senso di appagamento particolare, è come se andassero ad alimentare un desiderio segreto e sconosciuto di bellezza. Come mai alcuni paesaggi evochino queste sensazioni e altri siano muti è per me un mistero. Forse è la purezza dell'azzurro del mare, il rosso dei graniti o le forme modellate dal vento, forse è la fragranza della macchia o il pensiero di quante navi e uomini hanno incrociato quelle acque, ognuno con le proprie storie e turbamenti. So solo che accade raramente e per lo più in Mediterraneo piuttosto che altrove.

Spargi: cala Corsara

Itaca ormeggiata

Riprendiamo la navigazione al lasco e doppiamo la punta Nord di Caprera per arrivare a cala Napoletana, ben riparata dai venti di levante. Purtroppo non ne conserveremo un bel ricordo, zanzare insistenti, rifiuti portati dalle mareggiate e un cielo piuttosto grigio rovineranno un po' il nostro pernottamento.

nonostante il sole, il vento è fresco

Il giorno seguente saremmo dovuti andare a porto della Madonna, ma qualcuno non è al massimo della forma, così preferiamo tagliare il programma e facciamo vela su Spargi di modo da avere più tempo a disposizione per riposare.

il tafone è un angolo cottura ideale

 Cala Corsara: il tiki si posa nel seno di una delle calette. Scendo a dare ancora a terra e l'acqua mi arriva alle ginocchia. Anche qui, siamo soli! Il tempo scorre lieto in una delle più belle spiagge dell'arcipelago. Ci godiamo il sole, cerchiamo riparo dal vento nei tafoni e cuciniamo una gran frittata! Tra l'altro abbiamo fatto bene a puntare subito a Spargi; verso l'ora di pranzo il vento rinforza decisamente ed è oltre i 20 nodi a giudicare dalla schiuma che si forma sulle onde nel canale.

al riparo

Dovremmo passare la notte qui, ma le previsioni del tempo danno pioggia certa per la giornata seguente. Il che vorrebbe dire timonare a motore fino all'ancoraggio del tiki sotto la pioggia, mentre gli altri dovrebbero stare chiusi negli scafi oppure fuori a prender freddo. Un pessimo programma di giornata. Così disfiamo in fretta la tenda e tutto quanto avevamo preparato per la notte per salpare l'ancora e partire per l'ancoraggio al tramonto. Sarà comunque una navigazione a motore perché avremo il vento in faccia, ma l'intensità non è quella che c'era a mezzogiorno e non ci sarà pioggia.


Meno male che lo abbiamo fatto, abbiamo guadagnato tutta la giornata seguente, tempo per sistemare la barca con calma, e possiamo dormire tranquilli attraccati al pontile!

La pioggia arriva puntuale ed è un peccato salutare così il tiki. Spero di tornare durante l'estate!


lunedì 28 maggio 2012

Un fine settimana in Sardegna / 3 di... tanti!

Incursione invernale questa volta, la più fredda di tutte. Non per il meteo che ci ha regalato un bel sole, ma per la temperatura dell'acqua, gelida, anche con la muta da 5 mm.

Porto della Madonna con Budelli sullo sfondo

L'amico Aureliano è compagno di equipaggio questa volta. Arriviamo in una Palau deserta e fredda e andiamo a vedere come sta il tiki... i tappi si sono mossi e probabilmente è piovuto dentro, ma poco male, con tutto il maltempo che ha fatto in questi mesi poteva andare peggio!

in cima a Paduleddi

Sistemata la barca il giorno dopo facciamo vela per Maddalena; devo riempire i serbatoi di carburante e trovare l'attacco per il motore, oltre a fare cambusa!

il bello del tiki è che si ancora in pochi cm d'acqua

Da qui si fa vela per Porto della Madonna, tira un bel levante e siamo lì in poco tempo. Le giornate sono ancora troppo corte, facciamo un bagno, esploriamo l'isolotto dove abbiamo dato ancora ed è subito tempo di prepararsi per le cena e la notte. Fa freddo, ma godiamo di un magnifico tramonto e l'ancoraggio è completamente deserto.

tramonto su Budelli

La mattina seguente di buon ora ci spostiamo in una caletta microscopica di Spargi. Sembra fatta apposta per il tiki e per l'amaca. Spunta il sole tra le nuvole e ci godiamo il silenzio dell'arcipelago brindando con Ichnusa.

 

Bisogna tornare ora, la prossima volta verrò a maggio, quasi estate nell'arcipelago...

Qui sotto un video di prova che ho fatto con la telecamera subacquea, non mostra niente di interessante, se non il silenzio che c'era nell'arcipelago sopra e sotto il livello del mare!


sabato 11 febbraio 2012

Un fine settimana in Sardegna / 2 di... tanti!

Passati due mesi di continente siamo tornati in Sardegna. È il 16 dicembre e per l'ultima volta del 2011 si riunisce l'equipaggio originario: Io, Mario e Stefano.




Non sarà un fine settimana come gli altri. Dal golfo del Leone sta scendendo una botta di Maestrale con picchi sopra i 50 nodi.

Porto il windsurf con me, le possibilità di navigare con il tiki sono scarse, tanto vale godersela un po' con la tavola!

  
Arriviamo nell'arcipelago e il mare è pettinato come si deve. Uno spettacolo. Itaca ha perso entrambi i tambucci, probabilmente strappati via dal vento nei giorni scorsi. Erano fissati con un nastro di tela, ma il sole lo ha cotto sbriciolandolo, il vento ha fatto il resto.
Uno dei quattro pezzi si è arenato tra gli scogli, poco sottovento; degli altri tre non c'è nessuna traccia.

Itaca ha un nuovo motore ora; prima di allontanarci troppo lo proviamo all'interno della baia per capire se riusciamo a risalire il vento; risposta negativa, soffia con troppa intensità. A fatica torniamo all'ormeggio, non è proprio il caso di uscire in mare oggi.

Monto la 4.5, il 95 litri e si vola. È troppo grossa, ma è la più piccola che ho. Grandi planatone tra una riva all'altra della baia. Anche Stefano surfa per un po' e poi si allo snorkeling, mentre Mario ci guarda infreddolito dal pontile!


Il tempo di cercare un po' di legna per il fuoco e fa già buio. Ci accampiamo con la tenda, protetti dal vento, e riscaldati dalle fiamme. Una pastasciutta di rito, vino, dolcetti sardi e rhum. Il vento soffia forte tutta la notte, ma siamo tranquilli.



Il giorno dopo il vento cala ma rimane gagliardo; intorno le nuvole sono veloci e rovesciano acquazzoni qua e sulla Gallura, decidiamo dunque di partire e fare un giro a Porto Palma.

  
A riva solo il genoa, ma appena superato il ridosso il vento soffia deciso, lo prendiamo al lasco, ma è troppo, riduciamo, e issiamo il fiocco II.

Arriviamo a palla di cannone a Caprera. Il ventone del canale diventa una brezzolina; Porto Palma ci protegge. Ormeggiamo al pontile del e godiamo del sole dicembrino mentre su Arzachena sta piovendo.


Già tempo di tornare, per lo più le condizioni di vento e mare continuano a essere instabili, è meglio non rischiare. Il percorso inverso è ovviamente una bolina larga e ci aiutiamo con il motore perché di vento ce n'è parecchio.

Salutiamo il tiki, ma dovrò tornare a breve. Senza tambucci piove direttamente negli gli scafi e la grandinata che si abbatte sulla baia poco prima di partire mi persuade a tornare il prima possibile!

  

Dopo un veloce lavoro di carpenteria natalizioet-voilà, due tambucci son belli e pronti, resinati, piallati e verniciati. Torno in sardegna in giornata il 29 dicembre e sistemo i pezzi.
Ovviamente negli scafi c'era tanta acqua, speriamo che ora reggano.

giovedì 2 febbraio 2012

Un fine settimana in sardegna / 1 di ...tanti!

Siamo tornati sul continente. Iniziano i brevissimi fine settimana su Itaca. Triste, ma è così, le ferie lavorative le ho consumate tutte quante per costruire la barca e portarla al suo ormeggio; per ora solo incursioni rapidissime…

Per fortuna non passa troppo tempo e sono già di ritorno da Itaca: arrivo a Olbia il 16 settembre e aspetto i miei al porto. Loro arriveranno da Civitavecchia con il traghetto. Sono curioso di sapere come si interfacceranno con la barca; mio padre ha già avuto modo di provarla un giorno, mentre per mia madre sarà la prima volta.

tramonto sulla Sardegna dal traghetto

 
Arrivo all'ormeggio che è mezzanotte passata, i miei sono a dormire in albergo, li raggiungerò la mattina seguente direttamente in barca.

Itaca è al suo posto, dove l'abbiamo lasciata, non era scontato. Mi emoziono a vedere il suo albero che spunta tra i cespugli.

Mi tuffo in acqua e, armata la barca in poco tempo, decido di partire. Un piccolo gruppo di tedeschi tira tardi sulla spiaggia, sono ormai le due del mattino e soffia un debole ponente. In un silenzio perfetto scivolo senza fare il minimo rumore.

I profili scuri dei monti di Mola sono i miei riferimenti, la luna la mia compagna di navigazione.

Cala il vento e sono a metà strada, accendere il motore sarebbe un peccato in quella notte perfetta; getto l'ancora e mi lascio cullare nello scafo. Continuerò domattina.

Imbarcati i miei, partiamo per Spargi. Dopo qualche bordo di bolina arriviamo a cala Corsara e ci tuffiamo nelle sue acque tra le canne d'organo e la testa della strega.

in navigazione nell'arcipelago

 
Itaca all'alba. Sullo sfondo monte Fico

Il giorno dopo tappa di rientro verso l'ormeggio, sono di nuovo in navigazione solitaria, e sul più bello si alza un ponente gagliardo che mi trovo proprio in fronte… Sono nei guai, velatura troppo grossa e difficoltà di virata, dato l'equipaggio ridotto, fanno sì che mi avvicini troppo alla costa e mi incagli in una rete di protezione della spiaggia! Un po' di manovre, riduzione della velatura, e sono di nuovo in marcia... Ma andar di bolina da soli non è molto pratico, soprattutto in virata; sono quasi arrivato, ma gli ultimi metri li faccio al traino di un gommone che mi porterà a casa, molto più comodo e sicuro!

di nuovo all'ormeggio

Il tiki in solitario di bolina con vento sopra i 15 nodi non è facile, da tenere a mente.