sabato 11 febbraio 2012

Un fine settimana in Sardegna / 2 di... tanti!

Passati due mesi di continente siamo tornati in Sardegna. È il 16 dicembre e per l'ultima volta del 2011 si riunisce l'equipaggio originario: Io, Mario e Stefano.




Non sarà un fine settimana come gli altri. Dal golfo del Leone sta scendendo una botta di Maestrale con picchi sopra i 50 nodi.

Porto il windsurf con me, le possibilità di navigare con il tiki sono scarse, tanto vale godersela un po' con la tavola!

  
Arriviamo nell'arcipelago e il mare è pettinato come si deve. Uno spettacolo. Itaca ha perso entrambi i tambucci, probabilmente strappati via dal vento nei giorni scorsi. Erano fissati con un nastro di tela, ma il sole lo ha cotto sbriciolandolo, il vento ha fatto il resto.
Uno dei quattro pezzi si è arenato tra gli scogli, poco sottovento; degli altri tre non c'è nessuna traccia.

Itaca ha un nuovo motore ora; prima di allontanarci troppo lo proviamo all'interno della baia per capire se riusciamo a risalire il vento; risposta negativa, soffia con troppa intensità. A fatica torniamo all'ormeggio, non è proprio il caso di uscire in mare oggi.

Monto la 4.5, il 95 litri e si vola. È troppo grossa, ma è la più piccola che ho. Grandi planatone tra una riva all'altra della baia. Anche Stefano surfa per un po' e poi si allo snorkeling, mentre Mario ci guarda infreddolito dal pontile!


Il tempo di cercare un po' di legna per il fuoco e fa già buio. Ci accampiamo con la tenda, protetti dal vento, e riscaldati dalle fiamme. Una pastasciutta di rito, vino, dolcetti sardi e rhum. Il vento soffia forte tutta la notte, ma siamo tranquilli.



Il giorno dopo il vento cala ma rimane gagliardo; intorno le nuvole sono veloci e rovesciano acquazzoni qua e sulla Gallura, decidiamo dunque di partire e fare un giro a Porto Palma.

  
A riva solo il genoa, ma appena superato il ridosso il vento soffia deciso, lo prendiamo al lasco, ma è troppo, riduciamo, e issiamo il fiocco II.

Arriviamo a palla di cannone a Caprera. Il ventone del canale diventa una brezzolina; Porto Palma ci protegge. Ormeggiamo al pontile del e godiamo del sole dicembrino mentre su Arzachena sta piovendo.


Già tempo di tornare, per lo più le condizioni di vento e mare continuano a essere instabili, è meglio non rischiare. Il percorso inverso è ovviamente una bolina larga e ci aiutiamo con il motore perché di vento ce n'è parecchio.

Salutiamo il tiki, ma dovrò tornare a breve. Senza tambucci piove direttamente negli gli scafi e la grandinata che si abbatte sulla baia poco prima di partire mi persuade a tornare il prima possibile!

  

Dopo un veloce lavoro di carpenteria natalizioet-voilà, due tambucci son belli e pronti, resinati, piallati e verniciati. Torno in sardegna in giornata il 29 dicembre e sistemo i pezzi.
Ovviamente negli scafi c'era tanta acqua, speriamo che ora reggano.

giovedì 2 febbraio 2012

Un fine settimana in sardegna / 1 di ...tanti!

Siamo tornati sul continente. Iniziano i brevissimi fine settimana su Itaca. Triste, ma è così, le ferie lavorative le ho consumate tutte quante per costruire la barca e portarla al suo ormeggio; per ora solo incursioni rapidissime…

Per fortuna non passa troppo tempo e sono già di ritorno da Itaca: arrivo a Olbia il 16 settembre e aspetto i miei al porto. Loro arriveranno da Civitavecchia con il traghetto. Sono curioso di sapere come si interfacceranno con la barca; mio padre ha già avuto modo di provarla un giorno, mentre per mia madre sarà la prima volta.

tramonto sulla Sardegna dal traghetto

 
Arrivo all'ormeggio che è mezzanotte passata, i miei sono a dormire in albergo, li raggiungerò la mattina seguente direttamente in barca.

Itaca è al suo posto, dove l'abbiamo lasciata, non era scontato. Mi emoziono a vedere il suo albero che spunta tra i cespugli.

Mi tuffo in acqua e, armata la barca in poco tempo, decido di partire. Un piccolo gruppo di tedeschi tira tardi sulla spiaggia, sono ormai le due del mattino e soffia un debole ponente. In un silenzio perfetto scivolo senza fare il minimo rumore.

I profili scuri dei monti di Mola sono i miei riferimenti, la luna la mia compagna di navigazione.

Cala il vento e sono a metà strada, accendere il motore sarebbe un peccato in quella notte perfetta; getto l'ancora e mi lascio cullare nello scafo. Continuerò domattina.

Imbarcati i miei, partiamo per Spargi. Dopo qualche bordo di bolina arriviamo a cala Corsara e ci tuffiamo nelle sue acque tra le canne d'organo e la testa della strega.

in navigazione nell'arcipelago

 
Itaca all'alba. Sullo sfondo monte Fico

Il giorno dopo tappa di rientro verso l'ormeggio, sono di nuovo in navigazione solitaria, e sul più bello si alza un ponente gagliardo che mi trovo proprio in fronte… Sono nei guai, velatura troppo grossa e difficoltà di virata, dato l'equipaggio ridotto, fanno sì che mi avvicini troppo alla costa e mi incagli in una rete di protezione della spiaggia! Un po' di manovre, riduzione della velatura, e sono di nuovo in marcia... Ma andar di bolina da soli non è molto pratico, soprattutto in virata; sono quasi arrivato, ma gli ultimi metri li faccio al traino di un gommone che mi porterà a casa, molto più comodo e sicuro!

di nuovo all'ormeggio

Il tiki in solitario di bolina con vento sopra i 15 nodi non è facile, da tenere a mente.