Passati
due mesi
di continente
siamo tornati
in Sardegna.
È il
16 dicembre
e per
l'ultima volta
del 2011
si riunisce
l'equipaggio
originario: Io,
Mario e
Stefano.
Dopo
un veloce
lavoro di
carpenteria
natalizio…
et-voilà, due
tambucci son
belli e
pronti, resinati,
piallati e
verniciati. Torno
in sardegna
in giornata
il 29
dicembre e
sistemo i
pezzi.
Non sarà un
fine settimana come gli altri. Dal golfo del Leone sta scendendo una
botta di Maestrale con picchi sopra i 50 nodi.
Porto
il windsurf
con me,
le possibilità
di navigare
con il
tiki sono
scarse, tanto
vale godersela
un po'
con la
tavola!
Arriviamo
nell'arcipelago e
il mare
è pettinato
come si
deve. Uno
spettacolo. Itaca
ha perso
entrambi i
tambucci,
probabilmente
strappati via
dal vento
nei giorni
scorsi. Erano
fissati con
un nastro
di tela,
ma il
sole lo
ha cotto
sbriciolandolo,
il vento
ha fatto
il resto.
Uno dei
quattro pezzi si è arenato tra gli scogli, poco sottovento; degli
altri tre non c'è nessuna traccia.
Itaca
ha un
nuovo motore
ora; prima
di allontanarci
troppo lo
proviamo
all'interno della
baia per
capire se
riusciamo a
risalire il
vento; risposta
negativa, soffia
con troppa
intensità. A
fatica torniamo
all'ormeggio, non
è proprio
il caso
di uscire
in mare
oggi.
Monto
la 4.5,
il 95
litri e
si vola.
È troppo
grossa, ma
è la
più piccola
che ho.
Grandi planatone
tra una
riva all'altra
della baia.
Anche Stefano
surfa per
un po'
e poi
si dà
allo snorkeling,
mentre Mario
ci guarda
infreddolito dal
pontile!
Il tempo di
cercare un po' di legna per il fuoco e fa già buio. Ci accampiamo
con la tenda, protetti dal vento, e riscaldati dalle fiamme. Una
pastasciutta di rito, vino, dolcetti sardi e rhum. Il vento soffia
forte tutta la notte, ma siamo tranquilli.
Il
giorno dopo
il vento
cala ma
rimane gagliardo;
intorno le
nuvole sono
veloci e
rovesciano
acquazzoni qua
e là
sulla Gallura,
decidiamo dunque
di partire
e fare
un giro
a Porto
Palma.
A riva solo
il genoa, ma appena superato il ridosso il vento soffia deciso, lo
prendiamo al lasco, ma è troppo, riduciamo, e issiamo il fiocco II.
Arriviamo
a palla
di cannone
a Caprera.
Il ventone
del canale
diventa una
brezzolina; Porto
Palma ci
protegge.
Ormeggiamo al
pontile del
3° e
godiamo del
sole dicembrino
mentre su
Arzachena sta
piovendo.
Già
tempo di
tornare, per
lo più
le condizioni
di vento
e mare
continuano a
essere instabili,
è meglio
non rischiare.
Il percorso
inverso è
ovviamente una
bolina larga
e ci
aiutiamo con
il motore
perché di
vento ce
n'è parecchio.
Salutiamo il
tiki, ma dovrò tornare a breve. Senza tambucci piove direttamente
negli gli scafi e la grandinata che si abbatte sulla baia poco prima
di partire mi persuade a tornare il prima possibile!
Ovviamente
negli scafi
c'era tanta
acqua, speriamo
che ora
reggano.